Negli ultimi anni un numero rilevante di minorenni migranti soli, senza un adulto di riferimento, è arrivato in Europa attraverso la rotta del Mediterraneo: dal 2014 ad oggi, sono circa 70 mila, la maggior parte dei quali sono ragazzi di età compresa tra i 16 e i 17 anni. Di molti di loro, definiti nelle statistiche come “irreperibili”, si perdono le tracce perché in transito verso i paesi del nord Europa, o perché un pressante bisogno economico  li porta ad abbandonare il sistema dell’accoglienza. 

Spinti da conflitti, povertà, disastri o semplicemente in cerca di opportunità,  durante il viaggio molti di loro hanno affrontato pericoli e subito detenzione, violenza, sfruttamento e abusi. 

La riflessione sul percorso dei minorenni migranti soli  non può che partire dal concetto di “triplice transizione” che questi giovani vivono: la transizione dall’adolescenza all’età adulta che accomuna ogni essere umano, la transizione legata alla migrazione che li porta dal distacco dalle proprie origini al doversi costruire una nuova vita in un contesto culturale e sociale diverso e, infine, la transizione riguardante il superamento dei traumi vissuti prima, durante o dopo il viaggio compiuto (UNICEF & MDM, 2018).

Si tratta di adolescenti con alle spalle un bagaglio che pesa e che hanno bisogno di essere sostenuti nel loro cammino di inclusione sociale, perché spesso faticano a realizzare il loro  potenziale e a mettere in pratica le loro capacità. È necessario riconoscere e valorizzare le condizioni di autonomia che le ragazze e i ragazzi stranieri, giunti da soli in Italia dopo viaggi ‘complessi’, presentano. L’esperienza migratoria affrontata con il viaggio, la permanenza in più paesi di transito, lo svolgimento di attività lavorative per pagare i trasferimenti, possono essere fonte di vissuti traumatici e di sfruttamento ma costituiscono anche un patrimonio di autonomia e resilienza che va considerato e sostenuto.

Le reti di supporto professionale sono fondamentali, ma anche quelle informali possono essere di notevole aiuto e complementari: poter contare su una famiglia che li accolga e li aiuti nel far fronte alle piccole e grandi sfide che li attendono, può fare la differenza nella vita dei minorenni migranti soli.

I NUMERI


Al 30 giugno 2021, risultano presenti in Italia 7.802 minori stranieri non accompagnati. Si registra un aumento del 55,5% rispetto allo stesso periodo di rilevazione dell’anno precedente.

La Sicilia si conferma la regione che accoglie il maggior numero di minorenni migranti soli (il 31,5% del totale), seguita dalla Puglia, dal Friuli-Venezia Giulia ,Lombardia.